BLOG REALIZZATO IN PARALLELO AL CORSO DI STORIA DELLA TECNOLOGIA DEL POLITECNICO DI TORINO (PROF. VITTORIO MARCHIS)

mercoledì 13 giugno 2012

Storiografia:


La miniatura alto-medievale (VIII-X secolo)


Con la diffusione del monachesimo, i centri della cultura europea divennero i monasteri, nei cui scriptoria si copiavano le opere antiche su pergamene, permettendone la trasmissione alle generazioni future. In queste operazioni di trasferimento si scartavano i libri ritenuti dannosi, che sparirono inevitabilmente, mentre la riproduzione delle opere più antiche prescindeva l'apparato illustrativo, che veniva trascurato poiché troppo difficile da copiare o ormai incomprensibile per chi era legato ormai a una cultura figurativa diversa. Amanuense e miniatore erano spesso due figure distinte, anche se quasi sempre, soprattutto nell'alto medioevo, appartenenti alla medesima comunità religiosa e quindi di analoga formazione e cultura figurativa.
Anche in Europa occidentale il Cristianesimo portò a una perdita di interesse verso la realtà percepita dai sensi e, pur senza arrivare alle forme di iconoclastia orientali, si sviluppò uno stile figurativo dove ogni elemento acquista valore solo in quanto metafora del mondo trascendente. Ogni figura diventa quindi un simbolo e non ha bisogno di essere realistica anzi, proprio per evidenziare la funzione simbolica, si codificano tutta una serie di stilizzazioni e convenzioni figurative.

Pagina della Bibbia Amiatina,
 VII secolo

Nella miniatura libraria dell'Europa occidentale la capacità di rappresentazione della figura umana quasi scomparve, fungendo da elemento decorativo piuttosto che da realistica rappresentazione del corpo umano, come si riscontra nei manoscritti del periodo dei Merovingi, nella scuola longobarda e franco-longobarda, nei manoscritti visigoti e nelle produzioni di arte insulare dell'arcipelago britannico. Se in epoca tardo-antica i manoscritti più ricchi di immagini erano state le Bibbie, in questo periodo acquista importanza la decorazione dei Vangeli, dei libri di sacramenti e, più tardi, i messali e i libri di coro. Si sviluppa una relazione stretta tra testo e immagini, con iniziali figurate (da figure umane o animali) e istoriate (con piccole scene o decori vegetali), bordi decorati, monogrammi a piena pagina per le prime lettere del testo, tavole di canoni, immagini didattiche e mnemoniche. Questo processo venne sicuramente favorito dalla sensibilità lineare e ornamentale dei popoli barbarici.







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