BLOG REALIZZATO IN PARALLELO AL CORSO DI STORIA DELLA TECNOLOGIA DEL POLITECNICO DI TORINO (PROF. VITTORIO MARCHIS)

mercoledì 27 giugno 2012

Miniaturizzare: una definizione a posteriori



Tema del blog è il verbo "Miniaturizzare" che costituisce in questo particolare periodo storico un obiettivo imperante nel mondo della tecnologia.
Miniaturizzare infatti, non significa soltanto ridurre o rimpicciolire ma consiste in una speciale operazione di ottimizzazione del prodotto che viene reso più compatto, funzionale ed efficiente attraverso una riduzione delle sue dimensioni, senza però perdere in qualità e rendimento.
Questo processo trova larga diffusione soprattutto in ambito elettronico, ottico e nanotecnologico, cioè negli ambiti più avanzati della tecnologia.









"La vera grandezza consiste nell'essere grandi nelle piccole cose."
    - Samuel Johnson -




Mappa concettualeminiaturizzare


Lo scopo di questa pagina è quello di fornire una efficace chiave di lettura del blog attraverso due mappe concettuali distinte: la prima legata ai verbi, la seconda ai nomi.
Nelle seguenti mappe concettuali vengono riportati alcune degli ambiti e delle applicazioni a cui il nostro verbo è strettamente legato, più precisamente quelli analizzati all'interno di questo blog. 


Nei verbi:

Nei nomi:










mercoledì 20 giugno 2012

News in miniatura: 



"Un direttore d’orchestra per i laser miniaturizzati"













''La lettura è per la mente quel che l'esercizio è per il corpo.''

- Joseph Addison













martedì 19 giugno 2012

Abbecedario:








Storiografia:


Miniature rinascimentali (stili bianchi a girare)

Il termine Rinascimento è collegato a 200 anni compresi tra la metà del XIV secolo e la metà del XVI; è stato coniato da studiosi umanisti come Francesco Petrarca (1304-1374), Poggio Bracciolini (1380-1459) e Niccolò Niccoli (1364-1437) che lavorarono a Firenze e a Roma. Indicava un movimento di rinascita culturale e la riscoperta dell'arte classica che era molto diversa da quella gotica precedente. Questo rinnovamento si riflettè anche nelle miniature e lo stile gotico divenne troppo difficile da leggere, rispetto all'eleganza e alla chiarezza di questi nuovi libri. 



Libro dell'Ogre


Miniature rinascimentali (neoclassiche) 

Parallelamente ai manoscritti umanistici nello stile a bianchi girare, gli studiosi di antichità con una passione per la civiltà romana, svilupparono un nuovo stile nell'Italia settentrionale, più classico. Questo movimento coinvolse amanuensi come Bartolomeo Sanvito (1435-1518) e Felice Feliciano (1433-1479), ma anche artisti come Andrea Mantegna (1431-1506) e Marco Zoppo (1433-1478). L'effetto di questi pittori sullo stile delle miniature è ben riconoscibile. Scudi, lance, stendardi ed elementi decorativi dell'antica Roma, sono derivati da monumenti commemorativi in onore degli eroi militari della Repubblica romana. Gli artisti dipingevano nel modo più realistico possibile, cercando di dare un effetto tridimensionale in risposta agli sviluppi artistici di quel tempo.







Storiografia:
La miniatura celtica-irlandese



Nei monasteri irlandesi, tra il VII e il IX secolo, si diffuse un tipo di decorazione raffinatissima basata su intrecci di racemi e figure stilizzate, organizzati in complessi schemi geometrici. In Inghilterra, presso Canterbury e Winchester si sviluppò nel X e XI secolo un tipo di miniatura anglosassone che probabilmente derivò il proprio caratteristico disegno a mano libera dai modelli classici romani senza l'influenza bizantina. L'alta qualità delle miniature sta nel fine tratteggio dei contorni che ebbe una lunga influenza sulla miniatura inglese dei secoli successivi, ma che rimase separato dal resto delle correnti artistiche 
Libro di Kells
occidentali.


La maggior parte delle figurazioni umane, quando presenti, sono di natura antinarrativa e sacrale: crocifissioni, Cristo in Gloria, rappresentazioni della Vergine e dei santi. Queste immagini delle Sacre Scritture, che venivano mostrate al popolo analfabeta durante le più importanti cerimonie liturgiche, acquistavano un enorme valore simbolico e quasi magico, divenendo il tramite diretto tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Per questo la confezione dei libri sacri era curatissima e impiegava i materiali più preziosi: ad esempio, finché fu possibile trafficare con l'Asia Minore, si tinse la pergamena con la porpora, sopra la quale si scriveva in lettere d'oro e d'argento.





La miniatura Ottoniana

La dinastia ottoniana governò la parte orientale dell'impero carolingio (l'attuale Germania) dal 919 al 1024. Il generoso sostegno finanziario della dinastia e dei suoi ecclesiastici e cortigiani, incoraggiò lo sviluppo dell'arte della miniatura. I libri più importanti realizzati dell'epoca erano stati creati nei monasteri di Echternach, Reichenau e Regensburg, e lo sfarzo dei manoscritti commissionati dagli imperatori ottoniani dimostravala loro inestimabile ricchezza. Lo stile della miniatura è una continuazione dell'arte carolingia, ma con le influenze dell'Italia e di Bisanzio per le figure che rievocano le icone.

Vangeli di Ottone III, San Luca








mercoledì 13 giugno 2012

Storiografia:


La miniatura alto-medievale (VIII-X secolo)


Con la diffusione del monachesimo, i centri della cultura europea divennero i monasteri, nei cui scriptoria si copiavano le opere antiche su pergamene, permettendone la trasmissione alle generazioni future. In queste operazioni di trasferimento si scartavano i libri ritenuti dannosi, che sparirono inevitabilmente, mentre la riproduzione delle opere più antiche prescindeva l'apparato illustrativo, che veniva trascurato poiché troppo difficile da copiare o ormai incomprensibile per chi era legato ormai a una cultura figurativa diversa. Amanuense e miniatore erano spesso due figure distinte, anche se quasi sempre, soprattutto nell'alto medioevo, appartenenti alla medesima comunità religiosa e quindi di analoga formazione e cultura figurativa.
Anche in Europa occidentale il Cristianesimo portò a una perdita di interesse verso la realtà percepita dai sensi e, pur senza arrivare alle forme di iconoclastia orientali, si sviluppò uno stile figurativo dove ogni elemento acquista valore solo in quanto metafora del mondo trascendente. Ogni figura diventa quindi un simbolo e non ha bisogno di essere realistica anzi, proprio per evidenziare la funzione simbolica, si codificano tutta una serie di stilizzazioni e convenzioni figurative.

Pagina della Bibbia Amiatina,
 VII secolo

Nella miniatura libraria dell'Europa occidentale la capacità di rappresentazione della figura umana quasi scomparve, fungendo da elemento decorativo piuttosto che da realistica rappresentazione del corpo umano, come si riscontra nei manoscritti del periodo dei Merovingi, nella scuola longobarda e franco-longobarda, nei manoscritti visigoti e nelle produzioni di arte insulare dell'arcipelago britannico. Se in epoca tardo-antica i manoscritti più ricchi di immagini erano state le Bibbie, in questo periodo acquista importanza la decorazione dei Vangeli, dei libri di sacramenti e, più tardi, i messali e i libri di coro. Si sviluppa una relazione stretta tra testo e immagini, con iniziali figurate (da figure umane o animali) e istoriate (con piccole scene o decori vegetali), bordi decorati, monogrammi a piena pagina per le prime lettere del testo, tavole di canoni, immagini didattiche e mnemoniche. Questo processo venne sicuramente favorito dalla sensibilità lineare e ornamentale dei popoli barbarici.